Oggi si fa storia.
Nel fine settimana i ragazzi hanno
intervistato i genitori, chiedendogli quali fossero per loro gli
eventi storici più importanti degli ultimi 50 anni; adesso si tratta
di selezionare alcune immagini significative di questi avvenimenti
per inserirle nella linea del tempo preparata in precedenza.
Appena distribuisco gli Ipad alle
coppie, o ai terzetti, di alunni, tutti si tuffano nell'oceano del
web e gli schizzi, come le voci, arrivano al soffitto ed escono dalle
finestre della classe.
Scilla si distacca presto dai suoi
compagni e con un'espressione di assoluto candore mi chiede: “Cosa
devo fare?”
È naturale, In fondo ho passato solo
un quarto d'ora a spiegare al gruppo il compito, gli strumenti, i
modi...
Respiro a fondo.
“Scilla di quale avvenimento ti hanno
parlato i tuoi genitori?”
“Quando?”
“Portami il tuo fascicolo di
storia...”
Sguardo al cielo, dito su una guancia,
espressione pensierosa. “Forse è nello zaino.”
“Ecco, forse è meglio se vai a
vedere...”
Era davvero nello zaino,
nell'intervista, che per fortuna era scritta, i genitori di Scilla
hanno indicato la liberazione dal carcere di Nelson Mandela.
“Ecco vedi! Vai nel tuo gruppo e
insieme a loro cerca le immagini che ti piacciono di più di questo
personaggio, di Nelson Mandela...”
O vediamo se adesso inizia a lavorare,
penso.
Passato il tempo stabilito raccolgo le
immagini selezionate e tra quelle della caduta del muro di Berlino,
dell'alluvione di Firenze, delle stragi di mafia, del mondiale di
Spagna e di decine di altri avvenimenti, perlopiù luttuosi, scopro
quelle della battaglia navale di Trafalgar.
“E queste che c'entrano?” chiedo
più contrariato che incuriosito.
Scilla è il ritratto dell'innocenza.
“Sono le immagini di Nelson.”
Giusto, di Orazio Nelson.
Mi viene da ridere e approfitto
dell'equivoco per parlare dei rischi di errore nelle ricerche su
internet e sui modi per evitarli o scoprirli.
“Orazio Nelson e Nelson Mandela hanno
vissuto in epoche diverse e in paesi lontani. Tutti e due hanno
combattuto, ma per cause e con strumenti diversi...”
Mi soffermo sulla lotta di Mandela per
ottenere la fine dell'apartheid e dopo varie domande concludo
spiegando che lui non perseguiva la superiorità dei neri sui
bianchi, ma l'uguaglianza dei diritti e l'equilibrio tra i due gruppi
di popolazione.
I ragazzi si mostrano attenti e
curiosi, credo abbiano capito. Rinuncio comunque a un'immediata
verifica, soprattutto su Scilla.
Dopo l'intervallo ci mescoliamo con i
compagni di prima per leggere: i ragazzi più grandi, spiegano ai più
piccoli i segreti della lettura presentandogli e leggendogli libri
che gli sono piaciuti.
Scilla è nel mio gruppo, la vedo molto
impegnata con il suo tutorato su un libro di argomento marino e
lascio che vadano avanti nella lettura autonomamente.
Quando vedo che l'interesse delle
coppie inizia a diminuire li chiamo attorno ad un tavolo per la
discussione collettiva.
“Cosa avete scoperto dalle letture di
oggi?”
Scilla alza la mano per prima.
“Che gli squali fanno come Nelson
Mandela!”
La mia espressione di meraviglia non la
scuote minimamente.
“Spiegami un po' perchè?”
“Perché qui c'è scritto che loro
mangiano i pesci vecchi e malati, così non scoppiano epidemie nel
mare. Poi impediscono che le razze di pesci diventano troppo
numerose, sennò distruggono l'ambiente... insomma vogliono
l'equilibrio, proprio come Nelson Mandela.”
E mi guarda come un avvocato dopo
un'arringa vincente.
Mi mancano le parole, non solo Scilla
ha dimostrato di essere stata attenta alla lezione di storia, ma è
riuscita a collegare quanto appreso ad un contesto di apprendimento
del tutto diverso. Per quanto l'abbia fatto attraverso
un'associazione spericolata ed elaborando una metafora forse
irrispettosa del grande leader sudafricano.
Ma credo che anche lui li riterrebbe
dettagli del tutto irrilevanti.
Scilla interpreta in maniera positiva
il mio silenzio.
“Maestro vuol dire che sto
imparando?”
Come sempre non riesco a capire se mi
stia sottilmente prendendo in giro.
“No, Scilla, vuol dire che io sto
imparando.”
Resta perplessa, spero le sia venuto il
dubbio che la sto sottilmente prendendo in giro.
Paolo Scopetani
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