Settembre,
si torna scuola.
Siamo
tutti più abbronzati, cresciuti (loro), rilassati, pieni di voglia
di rivedersi e riconoscersi.
Dopo
i saluti, gli abbracci e i racconti viene il momento di controllare i
compiti.
"A
giugno vi avevo detto di leggere almeno un romanzo, ditemi quale
avete scelto..."
Quando
tocca a lei, Margaux cala l'asso di briscola:
"Ragione
e sentimento, di Jane Austen"
"Accidenti!
Ma sei arrivata alla fine?"
"Sì,
certo."
"E
l'hai capito? È un libro difficile per una bambina di dieci anni.
Non ti sei annoiata?"
"In
certi punti era complicato, ma mi è piaciuto e l'ho letto tutto."
Margaux
è una bambina limpida, trasparente, non direbbe mai una bugia, la
definirei davvero austeniana; anche se non ho letto niente della
Austen...
Però,
forse proprio per questa ignoranza, ho un'idea precisa della
scrittrice e del suo mondo. Sento familiari le atmosfere e i
protagonisti dei suoi libri, così come non sono mai stato in
Inghilterra, eppure sono sicuro che quella del mio immaginario sia
più vera di quella reale.
Intanto
il mio moto di sorpresa ha attirato l'attenzione dei ragazzi.
"
Maestro dicci di questa scrittrice... È davvero così difficile? "
Non
resisto a lanciarmi nel racconto (...quanti mai imboscati e
renitenti raccontano battaglie immaginarie... Dice Molierè ).
Parlo
per almeno un quarto d'ora, un monologo insopportabile, se rapportato
ai normali tempi di attenzione della classe, ma nessuno si distrae;
mi ascoltano, e davanti a loro passano le brughiere dello Hampshire,
i cottage persi nelle campagne nebbiose, i parchi romantici,
sorvegliati dagli abbaini di ville irte di comignoli. E dame austere,
con ampie gonne e crinoline, gentiluomini che carezzano levrieri,
sorseggiando liquori davanti a caminetti che non diradano il gelo di
sale piene di ombre. Un paese poi, forse a mezz'ora di cavallo dal
castello, i canti di Natale, le finestre illuminate. Poche case
strette intorno a una chiesa e in una di queste due sorelle (le
ultime nate dopo sei fratelli) che leggono rapite lo stesso libro...
Due ragazze dal passo leggerissimo, tanto sottili che le potresti far
volteggiare prendendole alla vita con un solo braccio, e con anime
indomabili, dell'acciaio più resistente.
La
classe è tutta con me, gli occhi lucidi di curiosità, stasera
qualcuna delle ragazze inizierà "Orgoglio e pregiudizio"
. Difficile trattenere l'orgoglio.
"...a volte questo
mestiere è proprio il più bello di tutti..." penso. E
continuo.
"
... Immaginatevela: una ragazzina nata e cresciuta in un piccolo
paese di campagna, non si è mai allontanata dalla sua famiglia, non
ha viaggiato, non si è sposata, non ha avuto grandi esperienze, ed è
morta giovanissima. Eppure a vent'anni aveva già scritto romanzi
straordinari e profondi, come se avesse conosciuto il mondo e gli
uomini meglio di ogni esploratore, professore, filosofo, scrittore e
intellettuale della sua epoca... Nessuno sa dove prendesse il
materiale che le serviva per riempire quelle pagine bellissime..."
Trascinato
dalle mie stesse parole sto per commuovermi. "...ci manca solo
che mi scappi una lacrima..." penso.
Per
fortuna in classe c'è Teseo, lo Spezzaleggende.
"
Maestro, Jane Austen è la prova che è inutile alzarsi presto per
venire a scuola!"
Paolo
Scopetani
Nessun commento :
Posta un commento