lunedì 23 aprile 2018

Lezioni di piano 3




Oggi si fa storia.
Nel fine settimana i ragazzi hanno intervistato i genitori, chiedendogli quali fossero per loro gli eventi storici più importanti degli ultimi 50 anni; adesso si tratta di selezionare alcune immagini significative di questi avvenimenti per inserirle nella linea del tempo preparata in precedenza.
Appena distribuisco gli Ipad alle coppie, o ai terzetti, di alunni, tutti si tuffano nell'oceano del web e gli schizzi, come le voci, arrivano al soffitto ed escono dalle finestre della classe.
Scilla si distacca presto dai suoi compagni e con un'espressione di assoluto candore mi chiede: “Cosa devo fare?”
È naturale, In fondo ho passato solo un quarto d'ora a spiegare al gruppo il compito, gli strumenti, i modi...
Respiro a fondo.
“Scilla di quale avvenimento ti hanno parlato i tuoi genitori?”
“Quando?”
“Portami il tuo fascicolo di storia...”
Sguardo al cielo, dito su una guancia, espressione pensierosa. “Forse è nello zaino.”
“Ecco, forse è meglio se vai a vedere...”
Era davvero nello zaino, nell'intervista, che per fortuna era scritta, i genitori di Scilla hanno indicato la liberazione dal carcere di Nelson Mandela.
“Ecco vedi! Vai nel tuo gruppo e insieme a loro cerca le immagini che ti piacciono di più di questo personaggio, di Nelson Mandela...”
O vediamo se adesso inizia a lavorare, penso.
Passato il tempo stabilito raccolgo le immagini selezionate e tra quelle della caduta del muro di Berlino, dell'alluvione di Firenze, delle stragi di mafia, del mondiale di Spagna e di decine di altri avvenimenti, perlopiù luttuosi, scopro quelle della battaglia navale di Trafalgar.
“E queste che c'entrano?” chiedo più contrariato che incuriosito.
Scilla è il ritratto dell'innocenza. “Sono le immagini di Nelson.”
Giusto, di Orazio Nelson.

Mi viene da ridere e approfitto dell'equivoco per parlare dei rischi di errore nelle ricerche su internet e sui modi per evitarli o scoprirli.
“Orazio Nelson e Nelson Mandela hanno vissuto in epoche diverse e in paesi lontani. Tutti e due hanno combattuto, ma per cause e con strumenti diversi...”
Mi soffermo sulla lotta di Mandela per ottenere la fine dell'apartheid e dopo varie domande concludo spiegando che lui non perseguiva la superiorità dei neri sui bianchi, ma l'uguaglianza dei diritti e l'equilibrio tra i due gruppi di popolazione.
I ragazzi si mostrano attenti e curiosi, credo abbiano capito. Rinuncio comunque a un'immediata verifica, soprattutto su Scilla.

Dopo l'intervallo ci mescoliamo con i compagni di prima per leggere: i ragazzi più grandi, spiegano ai più piccoli i segreti della lettura presentandogli e leggendogli libri che gli sono piaciuti.
Scilla è nel mio gruppo, la vedo molto impegnata con il suo tutorato su un libro di argomento marino e lascio che vadano avanti nella lettura autonomamente.
Quando vedo che l'interesse delle coppie inizia a diminuire li chiamo attorno ad un tavolo per la discussione collettiva.
“Cosa avete scoperto dalle letture di oggi?”
Scilla alza la mano per prima.
“Che gli squali fanno come Nelson Mandela!”
La mia espressione di meraviglia non la scuote minimamente.
“Spiegami un po' perchè?”
“Perché qui c'è scritto che loro mangiano i pesci vecchi e malati, così non scoppiano epidemie nel mare. Poi impediscono che le razze di pesci diventano troppo numerose, sennò distruggono l'ambiente... insomma vogliono l'equilibrio, proprio come Nelson Mandela.”
E mi guarda come un avvocato dopo un'arringa vincente.
Mi mancano le parole, non solo Scilla ha dimostrato di essere stata attenta alla lezione di storia, ma è riuscita a collegare quanto appreso ad un contesto di apprendimento del tutto diverso. Per quanto l'abbia fatto attraverso un'associazione spericolata ed elaborando una metafora forse irrispettosa del grande leader sudafricano.
Ma credo che anche lui li riterrebbe dettagli del tutto irrilevanti.
Scilla interpreta in maniera positiva il mio silenzio.
“Maestro vuol dire che sto imparando?”
Come sempre non riesco a capire se mi stia sottilmente prendendo in giro.
“No, Scilla, vuol dire che io sto imparando.”
Resta perplessa, spero le sia venuto il dubbio che la sto sottilmente prendendo in giro.

Paolo Scopetani

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