Oggi è giovedì e a scuola sono in
programma le "opzioni di scrittura".
Questo vuol dire che i ragazzi
possono scegliere di lavorare, individualmente o a coppie, su dieci generi
diversi di testo e tra tre differenti strumenti: la penna, l'iPad o il
computer.
Vuol dire anche che sono
sguinzagliati in vari ambienti, alcuni in classe, altri in qualche angolo del
salone comune e qualcuno nell'aula multimediale.
Giro nei vari locali in maniera
più o meno equa, cercando di tenerli tutti d'occhio, di aiutare chi me lo
chiede e curiosando tra i testi che crescono nel lieve brusio delle coppie che
pianificano forma e contenuti.
Il gruppo che lavora ai computer
ha alcuni problemi tecnici e mi fermo abbastanza a lungo nell'aula multimediale
per risolverli. Quando tutto va a posto torno in classe, da dove arriva un
inquietante silenzio.
Allungo il passo trattenendo il
respiro, mi affaccio alla porta e lo spettacolo che mi attende è il peggiore
che mi aspettassi: Teseo, Guido e Nurlan, in piedi, fanno corona a Lorenzo che
armeggia su un iPad appoggiato sul suo banco; non ci vuole troppa fantasia per
immaginare cosa stanno guardando, la nostra scuola dispone di filtri per i siti
pericolosi, ma più volte abbiamo verificato che hanno un'efficacia limitata ed
è già successo che qualcuno dei ragazzi sia stato trovato a navigare in maniera
troppo disinvolta.
La diga migliore sono proprio
loro, gli ho dato fiducia e immaginarla tradita è la cosa che mi brucia di più.
I quattro mi danno le spalle e mi
avvicino silenziosissimo, non abbastanza. Qualcosa rivela la mia presenza e le
mani di Lorenzo, con la rapidità di un prestidigitatore, si muovono sullo
schermo cancellando ogni traccia dell'indubbio uso improprio.
Chiaramente questo mi manda in
bestia.
"Cosa stavate facendo?"
Urlo a pochi centimetri dalle loro facce che sono sbiancate.
Sobbalzano e naturalmente stanno
zitti.
"Adesso mi spiegate subito
cosa stavate guardando su quell'iPad, e non me lo fate dire un'altra
volta!" Il tono è più basso ma vibra meglio, c'è molta più decisione e
minaccia.
"Teseo non c'entra, era
venuto a chiamarmi per continuare la storia..."
È Lorenzo a scagionare l'amico,
comportamento leale, la rabbia scende di un paio di scalini.
"È così Teseo?"
"Sì, ma poi mi sono fermato
a guardare cosa facevano..."
"Guido, Nurlan, e voi?"
"Io ho avuto l'idea."
"Io ero d'accordo."
Beh, almeno sanno assumersi le
loro responsabilità e nessuno piagnucola, se non sto attento mi ridiventano
simpatici, invece devo essere inflessibile, prima di tutto per la loro tutela.
"E qual era questa idea?
Dovete dirmelo, vi punirò ugualmente, ma se state zitti o mi raccontate una
balla sarà molto peggio."
Niente di eccezionale come
discorso, ma è il tono che conta e la comunicazione non verbale, i ragazzi
sentono che faccio sul serio, non vedono uscite di sicurezza.
Si guardano esitanti, si
consultano con gli occhi, stanno per cedere.
In quel momento mi accorgo che
l'iPad che Lorenzo tiene ancora in mano è di John.
"Ma avete preso anche un
iPad non vostro, questo è ancora più grave, ma si può sapere cosa avete nella
testa?"
"Sai è perché John tifa per
la Juve..."
"E che c'entra?"
Abbassano lo sguardo, farfugliano
qualcosa.
"Non capisco, ditemi cosa
volevate fare o passerete grossi guai!"
"John è assente e volevamo cambiare
lo sfondo del suo iPad..."
"Volevamo farlo viola e
scriverci Alè Fiorentina!!!"
E io che credevo fossero su un
sito osceno... È proprio vero che la malizia è in chi guarda.
Mi scappa un sorriso e i quattro
ridacchiano, non sanno bene perché, ma hanno sentito l'improvviso calo della mia tensione e
capiscono che il peggio è passato. Forse pensano che sia stata la nostra comune
fede viola a farli uscire dalla brutta situazione.
"E così John è gobbo? Non lo
sapevo. Comunque voi avete sbagliato e adesso dobbiamo decidere un' adeguata
punizione... Credo che userò il codice di Hammurabi: occhio per occhio."
E li guardo con un ghigno
diabolico.
Sono ragazzi svegli, gli bastano
pochi secondi per capire.
"No, non puoi farlo..."
"Ti prego, no!..."
"È terribile, qualsiasi
cosa, ma questo no!..."
"È invece sì. Prendete i
vostri iPad e cambiate gli sfondi dipingendoli di bianconero. Dovrete tenerli
così per una settimana. L'unico esentato è Teseo, tanto a lui del calcio non
gli importa nulla."
Se ne vanno con le spalle curve
sotto il peso di una punizione davvero esemplare, forse anche troppo dura.
Sarà per questo che durante
l'intervallo li chiamo accanto a me. Tra le mani ho l'iPad di John.
"Vedete, avete sbagliato
soprattutto i tempi: prima era il momento di scrivere, non di fare scherzi, ma
ora è ricreazione..."
Ci guardiamo complici, vedo i
loro occhi brillare!
Paolo Scopetani
Il vostro blog è bellissimo.
RispondiEliminaMa va aggiornato più spesso.
Scrivete, sfaticati!
Succede quando il maestro è maschio..
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